Tanpon Tax
Scrive Gloria Steinem che, se gli uomini avessero le mestruazioni, i dispositivi igienici come assorbenti e tamponi sarebbero forniti gratuitamente dal governo.
Come sappiamo, non è così e infatti, in Italia, l’imposta di valore aggiunto (IVA) sui prodotti sanitari per le mestruazioni è pari a quella dei beni di lusso (22%) e prende il nome di tampon tax. Questa imposta è stata introdotta nel 1973 con aliquota al 12%, ma poi ha continuato a crescere fino ad arrivare al 22%. In Italia, infatti, alcuni prodotti, ritenuti di prima necessità sono tassati al 4% (tra queste cose rientrano alcuni alimenti, alcuni medicinali e, curiosamente, anche le lamette per la barba da uomo. Vuoi vedere che aveva ragione Gloria Steinem?); altri, invece, ritenuti beni di lusso, hanno l’aliquota al 22% (oltre agli assorbenti possiamo ricordare cellulari, computer, cibi prelibati come cioccolata e caffè).
Nel 2019 è stato introdotto un abbassamento dell’aliquota, ma solo per assorbenti e tamponi ecologici e biodegradabili che hanno però dei prezzi decisamente più alti. Questa imposta grava pesantemente sulle tasche delle persone che hanno le mestruazioni, in particolare su quelle con basso reddito.